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In principio fu soltanto un buio primordiale E un accendino che inventò la voglia di capire Poi dopo fu uno schianto, un pianto di perline L'urgenza nel costato di dovere intervenire L'urgenza dentro al fiato di dover comunicare Ed arrivò il linguaggio, una barriera artificiale A complicare dove prima c'era solo pane Le mani delle donne intente a ricucire L'umanità immolata al monito del progredire Non c'è più niente da perdere Ma lo dobbiamo difendere Ed ecco un nuovo avvento coi dazi da pagare Sia benedetto il dito che ti insegna a dissentire Poi crebbero le torri, i silenzi e le cortine L'unica ribellione dove apporre la parola fine E la dobbiamo difendere Anche se è poco da perdere Quando tornò l'amore distrutto e trafelato L'essere umano non l'aveva più riconosciuto Aprì a metà le gambe, li fece entrare tutti Ecco che ho già dimenticato che ci siamo detti Hai gli occhi minerali di dei e costellazioni Hai tu le viti che cercavo per i miei bulloni Fin qui sei ritornato, ti riconosco a pelle Gira e rigira che le anime son sempre quelle E le dobbiamo difendere È quel che resta da perdere La forza dell'impatto ne risvegliò l'unione Due codici che fanno un'unica combinazione Il più è già stato fatto, il più è già stato detto Ripongo i nostri nomi sul fondo del cassetto
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