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Il testamento del porco
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Credits

PERFORMING ARTISTS
Vinicio Capossela
Vinicio Capossela
Vocals
Raffaele Tiseo
Raffaele Tiseo
Rebec
Marc Ribot
Marc Ribot
Acoustic Guitar
Andrea Lamacchia
Andrea Lamacchia
Contrabassoon
Andrea Tartaglia
Andrea Tartaglia
Choir
Agostino Cortese
Agostino Cortese
Drums
Antonio Vizzuso
Antonio Vizzuso
Drums
Daniele Iannella
Daniele Iannella
Drums
Daniele Sepe
Daniele Sepe
Flute
Luca Casbarro
Luca Casbarro
Flute
Peppe Frana
Peppe Frana
Lute
Peppe Leone
Peppe Leone
Drums
Antonello Iannotta
Antonello Iannotta
Tambourine
Giovannangelo De Gennaro
Giovannangelo De Gennaro
Vielle
Mickey Kenney
Mickey Kenney
Violin
COMPOSITION & LYRICS
Vinicio Capossela
Vinicio Capossela
Composer
Raffaele Tiseo
Raffaele Tiseo
Arranger
PRODUCTION & ENGINEERING
Vinicio Capossela
Vinicio Capossela
Producer
La Cupa S.r.l.
La Cupa S.r.l.
Producer

Lyrics

A mia moglie la gran miseria Lascio il trionfo delle budella Ha più cuccioli che mammelle E mai nessuno la può saziar Lascio il ricordo di quel che è stato Quando di fianco a fianco Pascevamo felici nel fango E di coprirla non ero mai stanco E se pur non ho visto il sole Pure del mondo ho conosciuto l'odore E se mai non ho visto il cielo Pure è certo, ho vissuto davvero Nella gioia di divorare E di vivere da maiale Senza mai saziare il ventre Senza un momento di pentimento E se ho vissuto col muso per terra Senza vedere girare le stelle Pure lo stesso non voglio morire E schiamo forte per non crepare Ma se è destino morire scannati Voglio pure farvi beati E che non si butti via niente Di una vita in sacrificio per voi Di una vita in sacrificio per voi Il maiale fa testamento sulla pella-a-ccia A chi col coltellaccio gli ha dato la ca-a-ccia Tu che mai vedesti il sole, con la tua fa-a-ccia La tua vita di peccatore È alla fine delle sue ore Porco mio è arrivata l'ora E adesso ti scanno per la coda Finché sei vivo ti chiami maiale Ma quando sei morto ti chiamano porco Il testamento del maiale Lascia a tutti in parti uguali Il testamento del porco Che a nessuno vuol fare torto A chi fa cause e liti e abuSo Lascio la lingua fuori dal muso Ai lussuriosi di carne fresca Che passano di tresca in tresca Lascio il grugnito del maiale A chi per fottere deve pagare Ai delusi d'amore Lascio la prova che grufolare E razzolare di fiore in fiore Nella massa è il fine migliore Ai pavidi lascio la coteNna E le setole per strenna Ai politici e ai mediatici Lo stomaco coperto di pelo Ai litiganti lascio la lingua Lo stinco lo lascio ai santi E il muso col grugno duro A chi ha la faccia come il culo La vescica lascio ai bambini Che ci gonfino palloncini Ai commercianti lascio la borsa E alle porcelle l'asta Ai laidi lascio il fango Che ci affondino con le zampe Le unghie per i ladroni E i denti per gli assassini La zampetta ai lesti di mano E il cuore all'anima del villano Ai cucinieri lascio la verga Ci si appenda al peso delle terga Che si impicchi dai cannaroni Con la fune dei miei coglioni Il sangue lo lascio a fiotti A chi canta sonetti e motti Le budella fatte a strisce A chi se le gode e non si pentisce Al gaudente ed al sapiente Lascio i rotoli di salsicce Agli infoiati le budella Ai tardi di spirito le cervella A chi si tiene da parte tutto Lascio la coppa con il prosciutto A chi rimanda per sparagno Lascio il lardo per la sugna A chi non mangia per non cacà Non gli lascio che il rimpianto Delle salsicce e del vin santo E della carne mischiata con il canto Alla comare bisbetica Lascio il rotolo della cotica A chi è felice di stramangiare Per cuscino lascio il guanciale E al posto del costato Sulla croce lascio le spine Per paradiso e gloria Di un rosario di costine Al curato della chiesa Lascio i vizi capitali La lussuria e la pigrizia Il piacere e la sporcizia Tutti quanti ce li ho avuti Tutti quanti li ho goduti Lascio gli occhi per chi non vede E la carne per chi non crede L'udito fino che mi è servito A sentire a tutte le ore Il richiamo del ventre Invece di quello del mio signore Le ossa le lascio a terra Ma solo dopo che han fatto brodo Prima al ricco e poi a chi ha poco Mano mano che scema la carne Finché non ne rimane niente E fa da minestra per il pezzente Finché non ne rimane niente E fa da minestra per il pezzente Così a tutti lascio in pegno Questo mio corpo tondo In vita disprezzato e immondo A contrastare il regno Del duo che regge il mondo La nostra grande signoria Che domina ogni via Fame e miseria E così sia
Writer(s): Vinicio Capossela Lyrics powered by www.musixmatch.com
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