Listen to Ballata di Tiritì by Cyrano

Ballata di Tiritì

Cyrano

Singer/Songwriter

Featured In

Credits

PERFORMING ARTISTS
Cyrano
Cyrano
Performer
Alessandro Garofalo
Alessandro Garofalo
Keyboards
Salvatore Randazzo
Salvatore Randazzo
Violin
Carlo Festa
Carlo Festa
Vocals
Sunah Choi
Sunah Choi
Cello
COMPOSITION & LYRICS
Alessandro Garofalo
Alessandro Garofalo
Composer
Carlo Festa
Carlo Festa
Composer

Lyrics

Vi è una strana Signora in via verdi Una grossa cantina in disuso Dai cento lamenti Che ha piantato un recinto per topi Dove tiene al guinzaglio ministri, poeti e gendarmi E dal margine della sua terra Spara via cannonate di morte Di intrighi e mazzette Di futuri dispersi e di cosche (mafiose) Assetate del grigio avvenire Che riempie le tasche La brezza appare invadente Vi è un tumulto di venti in via verdi Proveniente, imperante, da nord Che dipinge il mattino Che irruento travolge i polmoni Che acuisce l'udito ai ribelli e lo tura ai corrotti E il sussurro che viene dai colli Sembra voglia implorare pietà A quella vecchia signora Che ogni giorno provvede alla spesa E riempie un carrello del fango Con cui svuota un parco Vi è un bambino che scruta dal poggio Che sussurra al vento Il ricordo di un mondo Che ha perso il suo volto Il nome del mito del sacro progresso Patetico e ingiusto E il suo nome, è il nome dei tanti Che hanno intrapreso una lotta composta Fatta di speranze, futuri sospesi Di verdi distese Vi è un'anziana signora in via verdi Le cui rughe trascinano i monti E prosciugan torrenti Nei cui occhi si cela un passato Che ha nascosto un presente temuto Un futuro malato Con le dita violenta i frutteti Frammenta i raccolti dei tanti braccianti Avvelena poi i campi E con i piedi calpesta il creato E colpisce con il suo bastone il probo coglione Gendarmeria Rusticana Vi è un soldato temuto in via verdi Che odora di urina stagnata, di vita Condotta nei campi Che comunque par sia generale Che da ordini ad un bravo gendarme Che tappa le buche e ama le palme E ad un fischio del suo aguzzino Lui toglie le spille all'onore e rimane Con il capo chino Pronto ad essere il suo damerino Poiché la furba signora si serve Anche della legge Vi è un bambino che scruta dal poggio Che sussurra al vento il ricordo di un mondo Che ha perso il suo volto Il nome del mito del sacro progresso Patetico e ingiusto E il suo nome, è il nome dei tanti Che hanno intrapreso una lotta composta Fatta di speranze, futuri sospesi Di verdi distese Ma non sì vede più niente Qui, qui non si vede più niente Qui non si vede più niente Nei colli e nei venti imponenti Si celan i lamenti dei quattro serpenti Che hanno avvelenato torrenti ed ambienti Da tempo violati da patti mafiosi Con uomini di stato latenti e convinti Che questa battaglia ci avrebbe sconfitti Ma non ci diamo per vinti Noi, noi non ci diamo per vinti Noi, noi non ci diamo per vinti Non ci diamo per vinti Noi, noi non ci diamo per vinti Noi, noi non ci diamo per vinti
Writer(s): Alessandro Garofalo, Carlo Festa Lyrics powered by www.musixmatch.com
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