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Avrei voluto parlarti di tanto tempo fa E dei fantasmi di Monluè Avrei voluto parlarti dei saraceni stanchi E delle loro macchine gialle che scavavano Nei cantieri quasi finti Avrei voluto parlarti poi dei paladini Che arrivavano alle spalle con le cerbottane colorate Costringendo i mori a bestemmiare E ti avrei indicato il loro capo all'attacco Ferito a morte fin dell'inizio: lo si capiva Da una macchia di barbabietola sulla sua blusa bianca Sì ma, che te ne fai Che te ne fai dei saraceni e dei paladini Che te ne fai di quelle terre lontane Lontane dalla città Tu che cerchi le vetrine del centro Tu che cerchi i bar d'atmosfera Tu che cerchi i sabati sera E le fatiche degli amici iscritti a tutto Avrei voluto parlarti della fata con la candela al naso E del suo cappello a punta, quello Quello con su i pianeti E raccontarti di come giocava con l'ultimo jo-jo del secolo E di come aspettava la fine di quelle guerre... d'atmosfera E ancora dirti poi del suo cercare L'eroe macchiato del doposcuola L'eroe, l'eroe, senza ritorno E di come lo trovava sdraiato con le labbra contratte Perché la freccia l'aveva passato E perché gli scappava da ridere E lei faceva un rumore d'arpa con la bocca E l'eroe rinasceva Sì ma, che te ne fai Che te ne fai di quelle terre senza luci Che te ne fai di quelle terre lontane Lontane dalla città Tu che cerchi le vetrine del centro Tu che cerchi i bar d'atmosfera Tu che cerchi i sabati sera E l'amico iscritto a tutto che ce l'ha fatta Avrei voluto parlarti dei fantasmi di Monluè Sai, loro fanno capriole Sai, loro parlano dialetti difficili Loro sono amici del vento Loro cantano nell'aria E fischiano fra le case e nei cortili E noi, noi li sentiamo di tanto in tanto Quando l'amore finisce
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